Nel pomeriggio del giorno successivo a quello delle Ceneri, primo giovedì di Quaresima, nella Chiesa del Purgatorio la statua della Pietà, dopo essere stata spostata dalla sua teca e rivestita di un altro velo, viene sistemata al lato dell’altare maggiore. Tutto avviene secondo un rituale che si svolge nel modo seguente.
Dopo un breve momento di preghiera, si apre la teca e il Cristo Morto viene
sollevato dal grembo della Madonna.
I due Componenti dell’Amministrazione dell’Arciconfraternita della Morte
sorreggono il Cristo dalle gambe, mentre il Priore lo sorregge dalle braccia.
Una volta asportato, il Cristo è collocato su un particolare supporto, creato
appositamente per via delle braccia e delle gambe pendenti, onde non rovinare
la statua.
La Madonna è quindi delicatamente portata fuori da quell’angusto vano,
comunemente chiamato “la stanza delle statue”, attraverso la piccola porta di
comunicazione con la chiesa e sistemata nella cappella di S. Gaetano dove
verrà preparata per l’esposizione.
Infatti, durante le prime quattro domeniche di Quaresima si svolge il “Pio
Esercizio a Maria S.S. della Pietà”, esponendo la Sacra Immagine della
Vergine che tiene in grembo il corpo esanime del Figlio (fino ad una
cinquantina di anni fa questa Funzione si svolgeva di sabato).
A questo punto tutti gli uomini vanno fuori dalla chiesa e con la Madonna
restano solo le mogli dei tre Amministratori ed il Consiglio dell’Associazione Femminile di Maria SS. Addolorata con le quattordici Zelatrici; questa
Associazione condivide l’uso della Chiesa del Purgatorio con
l’Arciconfraternita della Morte.
Si procede, in questa occasione, al solo cambio del velo che, tra quelli in
dotazione, viene in genere indicato dal Priore, anche se comunque la Madonna
viene momentaneamente spogliata degli abiti comuni, per consentire di metterle
sotto solo la biancheria inamidata che conferirà più vaporosità e consistenza
all’abbigliamento.
Attualmente i veli a disposizione, secondo quanto riportato nell’ultimo
inventario della Amministrazione Stanzione (2004/09), sono:
(Quattro per la Addolorata)
- Un velo in pizzo nero francese, dono dei coniugi Sergio ed Antonetta
Magarelli (1958);
- Un velo in “crepe” con gallone in oro, dono dei coniugi Gaetano e
Giovanna De Vincenzo;
- Un velo nero in pizzo macramé francese dono della Sig.ra Angeletti
Sciancalepore Maria (1990);
- Un velo in pizzo nero francese, dono delle Famiglie Totagiancaspro-
Ayroldi (2001), attualmente portato in processione.
(Tre per la Pietà)
- Un velo nero ricamato in oro, dono della Sig.ra Maria Vincenza
Cantatore (1960);
- Un velo di seta pura con galloni dorati, dono dei coniugi Crescenzo
Nappi e Lucrezia de Ceglie ;
- Un velo nero ricamato in oro, dono della Sig.ra Susanna Zaza (1997),
attualmente portato in processione.
(1) Antico velo donato da Giovanni Altomare nel 1927 (2) Velo donato dalla sig.ra Susanna Zaza nel 1997
Nel 2014 è stato riportato in uso un vecchio velo in “taffetà”, donato nel 1927
da Giovanni Altomare, che porta a quattro anche i veli della Pietà.
Ovviamente, per quanto possibile, si cerca di operare una certa “rotazione” che
annualmente accontenti tutti i donatori di questi veli.
Terminata questa operazione, i confratelli possono rientrare in chiesa e
procedere alla collocazione della Pietà sul lato sinistro del “Presbiterio”, immediatamente dietro la balaustra, naturalmente dopo che i tre amministratori,
con le precedenti modalità, hanno rimesso il Cristo in grembo alla Vergine.
La Madonna viene esposta alla venerazione dei fedeli nella stessa maniera in
cui andrà in processione il Sabato Santo, seduta su un masso sul quale è
conficcata una croce; all’incrocio dei due bracci di questa croce vi è un
reliquiario contenente una scheggia del “Legno Santo”. Mancano solo i quattro
fanali di argento il cui uso è riservato solo per la processione.
Il “Pio esercizio a Maria SS. della Pietà” si svolge nelle prime quattro domeniche di Quaresima, è preceduto dalla S. Messa e consiste di cinque invocazioni a Cristo e alla Madonna, intervallate da tre vere e proprie romanze ottocentesche eseguite all’organo e cantate da un duetto formato da un tenore e da un baritono.
Queste tre romanze sono:
“Questo è il Calvario e quella è la sanguinea Croce”, “Torni alle mura ingrate” e “Madre che il Figlio gemi”; i versi sono stati elaborati dal Mons. Picone, Vescovo di Molfetta dal 1895 al 1917, mentre la musica è del maestro Francesco Peruzzi.
Seguono il canto del “Vexilla” e la benedizione con la reliquia del Legno Santo. Al termine viene cantato il “De profundis”.
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Pio Esercizio a Maria SS. della Pietà
Pio Esercizio a Maria SS. della Pietà
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