A mezzogiorno la chiesa viene chiusa e si procede alla preparazione della Sacra Immagine dell’Addolorata; infatti alle ore 15,30 finalmente il portone viene spalancato per dare inizio alla tanto attesa processione.
Precedono tre giovanotti in frak chiamati Stradari: essi aprono il sacro corteo.
Segue il Paliotto, che è l’ insegna dell’Arciconfraternita della Morte, nero con stelle in oro, indi la Croce con a latere i due fanali; questi simboli vengono retti da giovani confratelli incappucciati.
Subito dopo segue lo stendardo della Associazione Femminile, le Socie ed i Confratelli. Tutti reggono un cero.
Intanto la banda esegue nella mezzora che precede l’uscita della Madonna le marce funebri “I funerali di A. Manzoni” e “Jone”.
Poco prima delle 16,00 viene portato fuori il baldacchino, sorretto da otto confratelli, da sotto il quale, dopo essere stato innalzato, passerà il simulacro della Addolorata, portata a spalla da quattro confratelli anch’essi incappucciati. Le note della marcia funebre “Sventurato”, del molfettese Vincenzo Valente, accompagnano l’uscita della Vergine.
La processione si dirige subito in Molfetta Vecchia, uscendone dall’Arco, per proseguire il suo lungo itinerario, che si svolge comunque tutto nella parte più antica della città.
Tutto terminerà intorno alla mezzanotte, dopo otto ore di processione, quando la Madonna rientra in chiesa con le note dello “ Mater”.
- Testo tratto dall'intervento del dott. Francesco Stanzione durante la Conferenza organizzata dalla Pro Loco di Molfetta presso la Sala del Consiglio Comunale il 12 marzo 2008.
- Foto a cura di Hobby Foto - Molfetta.